Se si considera l’aritmetica, la geometria, la musica e la cosmologia esclusivamente come singole discipline scientifiche, risulta difficile comprendere i motivi del loro possibile impiego, come strumento unificato a disposizione dell’indagine etno-antropologica, per la comprensione di alcune scottanti tematiche del simbolismo preistorico.

Il corpo umano inscritto nel quadrato (la terra) e nel cerchio (il cielo) esprime una delle più elevate forme di armonia, quella tra il gesto di mediazione cosmica, che l’uomo compie nel corso delle cerimonie religiose, e l’intero universo (Cina, Medio Evo).
Pitagora (575ca.- 490 ca. a.C.) fu il primo ad affermare che “il numero governa le forme e le idee” e ad utilizzare il termine kósmos per indicare l’armonia e la simmetria che regolano l’Universo. Egli si interroga anche sulla natura dei suoni, la cui reciproca relazione è di tipo numerico, esattamente come quella dei corpi celesti. Anche il movimento dei pianeti in orbita intorno alla Terra produce una gamma di suoni, una musica celeste che le nostre orecchie non sono più in grado di udire perchè da sempre abituate a sentirla. L’armonia che percepiamo nella musica ed avvertiamo nel moto dei pianeti, si fonda sul magico potere dei numeri.
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