10b. Preminenza della mano destra

da | Giu 19, 2018 | Senza categoria | 3 commenti

Nel suo saggio “Préeminence de la main droite” (1909) Robert Hertz fu il primo ad affermare che nella tradizione occidentale (ma non solo) la mano destra (e la parte destra del corpo)  gode di una superiorità  rispetto alla sinistra che è sancita con la forza e garantita da sanzioni, mentre sulla mano sinistra pesa una sorta di interdizione che la rende pressochè inutilizzabile. In funzione di questo pre-giudizio, che si riflette anche nel linguaggio, la destra è coltivata, allenata a compiere tutte le mansioni di rilievo in qualsiasi ambito della vita dell’uomo; al contrario la sinistra è stata volutamente trascurata, mantenuta nella più completa inattività, metodicamente impedita nel suo sviluppo. Per Hertz la differenza tra destra e sinistra si spiega all’interno delle leggi dell’orientamento religioso. Infatti, presso molte culture antiche e primitive al lato destro è associata l’idea della vita, al sinistro quella della morte; la destra rappresenta l’alto, il mondo superiore, il cielo, mentre la sinistra è in rapporto con il mondo infero e la terra. Poiché la posizione dell’uomo nello spazio non è né indifferente né arbitraria, anche il corpo umano non può sfuggire alla legge di polarità a cui tutte le cose del mondo devono necessariamente soggiacere.

svastica gestuale

A sinistra: le principali pose gestuali di cui abbiamo ampi riscontri nell’Iconografia Preistorica: 1- il gesto dell’uomo cosmico (adorante), con le braccia rivolte verso il cielo; 2- il gesto del derviscio, con un braccio rivolto verso l’alto e l’altro verso il basso (da cui prende l’avvio la comprensione del simbolo della svastica ); 3- Il gesto dell’uomo universale con le braccia parallele alla terra; 4- il gesto dell’uomo ctonio con le braccia rivolte alla terra.

koros

Vaso decorato della Cultura Koros, 5500 a.C. (da Raczky, 2009). Un antropomorfo è posto all’interno di due elementi verticali a zig zag, nello spazio costellato da numerose coppelline. M. Gimbutas ha interpretato il motivo a zig zag come simbolo legato all’acqua, mentre per R. Dufrenne,  si tratta di un  simbolo vedico della folgore,  attributo del dio atmosferico Indra. L’antropomorfo è ritratto nella  posa gestuale  del danzatore derviscio, il braccio destro piegato in alto, quello sinistro in basso. 

Sulla base di queste premesse anni fa mi ero permesso di formulare un’ipotesi riguardo ad un simbolo, la svastica, il cui segreto ancora oggi non è stato completamente risolto. La svastica è una croce formata da due rette di uguale lunghezza fra loro perpendicolari, terminanti con un prolungamento ad angolo retto. Analizzando la svastica a partire dalla sua struttura grafica ho potuto riconoscere in essa un meccanismo gestuale avente la funzione di prelevare energia dall’universo e metterla a disposizione dell’uomo. L’elemento orizzontale della svastica è infatti la rappresentazione schematica delle braccia dell’antropomorfo in una delle quattro pose gestuali maggiormente riscontrate nell’iconografia preistorica. Il dato  comparativo più immediato ci è fornito dall’antropomorfo decorato su un vaso della cultura Koros (V mill. A.C.). Il senso di quella posa gestuale è chiarito dalla danza dei Dervisci Rotanti, nel corso della quale ciascun danzatore tiene le braccia distese orizzontalmente verso l’esterno, con il palmo della mano destra rivolto verso l’alto e quello della sinistra verso il basso.

budda chiama pioggia2

La stessa modalità gestuale è ripresa nel Buddha tailandese che chiama la pioggia. 

 

 

In quel momento il derviscio ha la funzione di catalizzatore dell’energia cosmica, che consiste nel restituire con la mano sinistra in basso tutta l’energia che con la mano destra rivolta al cielo è stato possibile raccogliere. Duplicare a 90° quella posa gestuale significa orientarla contemporaneamente verso le quattro direzioni dello spazio.  Così una delle quattro pose gestuali più ricorrenti nell’iconografia arcaica, grazie ad un procedimento grafico di duplicazione, viene trasformata in una sorta di macchina in grado di accumulare energia, con il quale l’uomo arcaico, attraverso un’adeguata  liturgia, è in grado di prelevare energia dal cosmo e metterla a disposizione della comunità umana. Con una differenza sostanziale tra azione rituale e rappresentazione: nel primo caso il risultato, cioè il trasferimento di energia, è temporaneo, ha cioè effetti proporzionati alla durata dell’azione rituale; nel secondo caso il macchinario grafico prodotto produce lo stesso risultato in perpetuo.

dervisci

I dervisci “ruotanti”, discepoli della confraternita  islamica del Mevlevi (Konia, Turchia). Nel corso della loro antichissima danza rotatoria i cui passi, compiuti procedendo all’indietro, riconducono il Cosmo al momento della sua creazione, tengono le braccia all’esterno con la mano destra rivolta verso il cielo per ricevere l’energia da Dio e quella sinistra rivolto verso il basso per trasmetterla alla terra.

 

 

 

 

 

 

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3 Commenti

  1. Marisa

    Articolo stimolante come sempre, grazie Gaudenzio!

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  2. Claudia

    Grazie Gaudenzio per questo articolo, che mi permette di approfondire le mie conoscenze riguardo una danza, quella dei dervisci ruotanti, che studio e pratico da alcuni anni . Condividerò e diffonderò questo articolo utilizzandolo nelle mie prossime lezioni e workshop – Grazie ancora !

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    • Gaudenzio Ragazzi

      Grazie Claudia, dove posso trovare info sulla tua attività di divulgazione della danza?

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