Storie di diavoli e paura. Leggende di Pisogne (Valcamonica)

da | Gen 24, 2020 | Senza categoria | 0 commenti

copertina

Presentazione del libro

Per comprendere il significato dei racconti popolari che parlano di prodigi e di paura, è necessario considerare il grande riguardo che le comunità rurali alpine avevano per il mondo dei morti ed il Soprannaturale. Secondo la tradizione alpina, la realtà visibile in cui ciascuno di noi è immerso ogni giorno non è sufficiente a spiegare gli eventi che accadono nel mondo e che, talvolta, sconvolgono la vita degli individui e delle comunità. Alcuni fatti sono spiegabili soltanto ammettendo la presenza dell’Invisibile. Le  storie narrate in questo libro sono ambientate nel mondo naturale. Gli eventi si verificano in mezzo ai monti,  nei pressi di miniere e malghe, tra i boschi, lungo i sentieri che collegano le numerose frazioni di Pisogne, amena località sul lago di Iseo. La mentalità popolare considerava questi siti come il luogo ideale per un incontro con l’invisibile. Nelle storie di Pisogne, come in molte fiabe italiane, la quotidiana prossimità dell’invisibile, se non affrontata con rigore, può cambiare radicalmente la vita dei protagonisti. Infatti, l’invisibile ha un reale impatto sul visibile ed agisce in costante interazione con il mondo degli umani. Secondo la morale cristiana, su cui è fondata la cultura alpina, ciò determina situazioni a cui si può porre rimedio soltanto appellandosi alla fede. Per i nostri bisnonni le usanze connesse al mondo dei morti erano da una parte un modo per esorcizzare le incognite legate al doloroso momento del trapasso; dall’altra, il tentativo per placare gli influssi negativi che la morte introduceva nel mondo dei vivi. In questo clima culturale, segnato dalla memoria dei processi di stregoneria in cui decine di uomini e donne, tra il 1505 e il 1521, erano stati  sommariamente  processati e condannati al rogo, colpisce la quasi totale assenza delle streghe. Le brevi storie raccontate in questo libro sono state raccolte da un gruppo di volontari – il Gruppo Archeo di Pisogne – dalla viva voce degli anziani del paese. Ognuna di esse ci permette di mettere a fuoco alcuni aspetti della concezione del mondo che ha caratterizzato la società alpina rurale fino a qualche decennio fa, e di percepire quasi in diretta gli stati d’animo che sono stati la guida emotiva dei comportamenti dei nostri nonni. Questo libro è una raccolta di documenti vivi che, attraverso la memoria degli anziani, ci consentono di comprendere il pensiero dei nostri antenati e, di conseguenza, di avere un giudizio meno rigido riguardo ai pregiudizi e paradigmi di cui la società alpina ha faticato a liberarsi.

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Gaudenzio Ragazzi è uno studioso di Arte Preistorica il cui ambito di ricerca primario è la storia del gesto e della danza preistorica, tema sul il quale ha discusso la tesi di laurea. Il suo metodo di indagine è l’Archeologia del Sapere, una disciplina che considera i documenti della tradizione, del culto, della cultura, anche quelli ancora in uso al tempo presente, come punto di partenza per la comprensione del passato, anche di quello più remoto. Ciò spiega l’attenzione da lui dedicata ad alcuni aspetti della tradizione culturale alpina, come la tecnologia arcaica, il gioco, le antiche leggende.

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